Pontecagnano Faiano

L’abitato di Pontecagnano Faiano si estende pochi chilometri a sud di Salerno, ed è caratterizzato da un lungo litorale in cui sfocia il fiume Picentino. Il Comune consta di due principali frazioni, Pontecagnano, sito in una piana alluvionale e sede di sviluppate attività agricolo-industriali, e Faiano, piccolo casale sorto sulle propaggini dei Monti Picentini. La cittadina raggiunse la propria autonomia dal Comune di Montecorvino Pugliano nel 1911, grazie alla valente attività dell’avv. Amedeo Moscati, personalità di spicco che fu eletto, nello stesso anno, sindaco del nuovo comune.
I rinvenimenti di ricche ed estese necropoli dell’età del ferro, caratterizzate da tombe ad incinerazione tipiche del villanoviano, testimoniano l’importante ruolo che l’antica città rivestiva già nell’XI secolo a.C. Ampiamente attestata è anche la facies orientalizzante dell’VIII sec. a.C., testimoniata da tombe ad inumazione definite “principesche”per la ricchezza del corredo contenuto. I materiali rinvenuti sono conservati nel Museo Nazionale dell’Agro Picentino, sorto nel 1977. Il museo ospita, inoltre, reperti di età neolitica, del bronzo, del ferro, ceramiche etrusche, preziosi utensili di bronzo ed argento, prodotti della fiorente attività toreutica.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

L’abitato di Pontecagnano Faiano si estende pochi chilometri a sud di Salerno, ed è caratterizzato da un lungo litorale in cui sfocia il fiume Picentino. Il Comune consta di due principali frazioni, Pontecagnano, sito in una piana alluvionale e sede di sviluppate attività agricolo-industriali, e Faiano, piccolo casale sorto sulle propaggini dei Monti Picentini. La cittadina raggiunse la propria autonomia dal Comune di Montecorvino Pugliano nel 1911, grazie alla valente attività dell’avv. Amedeo Moscati, personalità di spicco che fu eletto, nello stesso anno, sindaco del nuovo comune.
I rinvenimenti di ricche ed estese necropoli dell’età del ferro, caratterizzate da tombe ad incinerazione tipiche del villanoviano, testimoniano l’importante ruolo che l’antica città rivestiva già nell’XI secolo a.C. Ampiamente attestata è anche la facies orientalizzante dell’VIII sec. a.C., testimoniata da tombe ad inumazione definite “principesche”per la ricchezza del corredo contenuto. I materiali rinvenuti sono conservati nel Museo Nazionale dell’Agro Picentino, sorto nel 1977. Il museo ospita, inoltre, reperti di età neolitica, del bronzo, del ferro, ceramiche etrusche, preziosi utensili di bronzo ed argento, prodotti della fiorente attività toreutica.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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